Nazionale

Sessismo nel calcio: anche l'Uisp in campo per i diritti delle donne

Dopo la bufera sollevata dalle parole di Collovati torniamo ad affrontare il tema delle disuguaglianze di genere nel mondo dello sport

 

“Anche a noi “ci volta lo stomaco a sentire affermazioni del genere… ci spiace per Collovati e per quel tipo di sessismo strisciante mascherato da senso comune. Ma dove siamo??? Che aspetta la Rai a prendere le distanze?”: questo è stato il tweet a caldo dell’Uisp nazionale, insieme ad una vera e propria bufera in rete scatenata dalle incollocabili affermazioni di Collovati. Quarantotto ore dopo, l’amministratore delegato della Rai, Fabrizio Salini, ha deciso di sospendere l’ex difensore ora opinionista per due settimane da ogni attività Rai, che sia in tv o radio. Che dire? Il classico pentolone è scoperchiato e siamo solo all’inizio.

“Il livello di sessismo nello sport e nel calcio è preoccupante e va oltre le sciagurate dichiarazioni dei singoli – dice Manuela Claysset, responsabile politiche di genere e diritti Uisp - non ci si può più nascondere dietro le frasi fatte tipo ‘è stata una battuta’ o simili: il problema c’è e va affrontato in quanto tale. Le donne viaggiano, lavorano, studiano, conoscono le regole e le tattiche del calcio, sono scienziate, imprenditrici, ricercatrici, procuratrici, giornaliste sportive e tanto altro ancora”.

“Ma sappiamo che per molti questo cambiamento è un problema e queste esternazioni dal mondo dello sport sono solo un esempio delle discriminazioni verso le donne. Non lasciamo che questa cultura si diffonda. Le battaglie per l’equità e le pari opportunità di genere sono ancora tante. Basti pensare che ancora oggi è troppo il divario salariale tra uomini e donne e che troppo spesso le donne quando diventano madri abbandonano il lavoro perché non ci sono abbastanza servizi. Serve un cambio di rotta, un'azione che deve unire uomini e donne impegnati per la realizzazione delle pari opportunità e contro le discriminazioni di genere. Non bastano le dichiarazioni. Come Uisp cerchiamo di allargare il confronto, le alleanze e realizzare progetti e attività, partendo dallo sport, come grande campo educativo, realizzando gli obiettivi della Carta europea dei diritti delle donne nello sport. Ogni giorno”.

Appunto, ogni giorno, come illustra l’articolo che il Calcio nazionale Uisp ha dedicato a questa vicenda, attraverso l’articolo di Roberto Rodio: “L’Uisp promuove il calcio davvero per tutti e per tutte. Maschi, femmine, giovani, anziani, persone con disabilità, profughi, rifugiati e richiedenti asilo. Quindi in una sola parola: tutti! E questa rivendicazione la gridiamo con forza, per ribadire che lo sport, il calcio in questo caso, diventa uno strumento di aggregazione, di integrazione, di socialità attiva, quasi un contorno rispetto ai protagonisti e le protagoniste che lo praticano”.

“Se poi non bastassero le parole, entrando nello specifico del “caso” di cronaca, bene: snoccioliamo i numeri. In Italia le calciatrici tesserate per la Federazione Italiana Giuoco Calcio sono attualmente 24.500, alle quali si sommano le 7.500 tesserate all’Uisp. Quindi 32.000 calciatrici. Ed il numero è destinato a salire… Solo per parlare, numeri alla mano, di un movimento in continua ascesa”.

Alessandro Baldi, responsabile nazionale Calcio Uisp: “Il Calcio Uisp è un calcio alla portata di tutti, un mezzo che contemporaneamente mantiene la dignità di sport, con un surplus, un valore aggiunto: aggrega ed integra. Ma questo non vuol dire che al nostro interno ci sia poca preparazione, anzi! Nel nostro mondo le donne, siano esse calciatrici, allenatrici o dirigenti, sono preparate tanto quanto gli uomini. E ribadisco quanto già affermato in un altro contesto: da parte delle donne c’è sempre una grande attenzione al rispetto dei regolamenti e degli avversari in campo, c’è una correttezza e un fair play che mediamente è ben superiore a quello dei colleghi uomini. Quindi sotto questo aspetto - conclude Baldi - sono da prendere come esempio…”.